Oggi gli utenti sono generalmente consapevoli che il malware rappresenta una minaccia significativa, ma spesso sottostimano il rischio di essere vittime o, peggio, inconsapevoli complici degli attacchi informatici. Questa percezione errata li porta a disattivare o ignorare le soluzioni di protezione sui propri dispositivi personali, ritenendole un ostacolo alla fluidità della navigazione.
Il problema diventa critico quando questi stessi dispositivi vengono utilizzati per accedere in remoto alle reti aziendali. Un endpoint infetto può infatti fungere da cavallo di Troia, aprendo la strada a potenziali attacchi e mettendo a rischio l’intera infrastruttura IT. Le difficoltà per i team di sicurezza derivano non solo dal volume crescente di nuovi malware e tecniche di attacco, ma anche dalla proliferazione di endpoint e connessioni non protetti, che espandono la superficie di attacco.
“La sicurezza online non è un’opzione, ma una condizione imprescindibile per un’esperienza digitale senza rischi.”
In un contesto così complesso, i tradizionali sistemi di sicurezza perimetrale e gli antivirus, da soli, non sono più sufficienti. Gli URL malevoli cambiano e si evolvono con estrema rapidità, rendendo il malware sempre più difficile da rilevare. Inoltre, la gestione di un numero crescente di dispositivi connessi, spesso non aggiornati o scarsamente protetti, rappresenta una sfida aggiuntiva.
Per affrontare queste minacce, è necessario adottare soluzioni di cybersecurity basate sull’intelligence, capaci di operare in modo preventivo. Sistemi avanzati di threat intelligence e meccanismi di protezione proattiva devono essere in grado di bloccare l’accesso alle fonti di pericolo sul Web, garantendo una protezione efficace e adattiva per l’intero ecosistema IT.
“Il 42% dei personal computer era vulnerabile alle minacce informatiche”
La parola malware, contrazione del termine inglese “malicious software”, è ormai entrata nel linguaggio comune per indicare qualsiasi programma informatico dannoso, progettato per danneggiare un utente o una risorsa in rete. Dai primi anni ’90, quando il termine “virus” iniziò a diffondersi, i tipi di malware si sono moltiplicati esponenzialmente, parallelamente all’evoluzione del settore IT. Sottovalutare questo problema oggi è non solo imprudente, ma anche estremamente rischioso.
Secondo le ultime statistiche, oltre il 90% delle imprese è vulnerabile agli attacchi informatici. Tra questi, i ransomware – attacchi hacker finalizzati all’estorsione – si confermano i più pericolosi. I pagamenti totali legati ai ransomware superano i 20 miliardi di dollari e si stima che questa cifra possa crescere di dieci volte nei prossimi dieci anni.
Per le aziende di medie e grandi dimensioni, il costo medio di un attacco supera il milione di dollari. A ciò si aggiungono i danni legati alla perdita di dati, aggravati dal fatto che solo il 50% delle vittime riesce a recuperare completamente i propri backup.
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Pericoli evitabili
Siti ingannevoli che sfruttano le assonanze e gli errori di digitazione di un nome
Programma ingannevole che finge di essere legittimo per consentire l’accesso a un sistema.
Attacchi mirati a paralizzare l’informatica dell’organizzazione per poi chiedere un riscatto.
Programmi che tracciano i movimenti della tastiera per dedurre password e credenziali.
Trojan di accesso remoto per il controllo a distanza del dispositivo della vittima.
Programma backdoor che maschera l’esistenza del software e ne assume il controllo completo.
Infezione diretta in memoria che esegue codici ed estrae dati senza installazione.
Malware incluso in un annuncio su siti web legittimi.
Programma che spia le abitudini di navigazione per ottenere credenziali.
Virus autoreplicante con lo scopo di infettare altri computer duplicandosi e rimanendo attivo.
Una serie di procedure ingannevoli per ottenere credenziali o installare programmi dannosi.
Programma che raccoglie i dati di navigazione per formulare pubblicità su misura.
Controllo remoto che effettua operazioni in serie, come la diffusione di spam, virus o attacchi DDOS.
Le richieste automatiche si concentrano nel tempo per mandare in crash un sito.
Altre funzioni
Indagine sull’attività di Internet utilizzando l’apprendimento automatico al fine di prevenire la risoluzione DNS di siti pericolosi o inappropriati.
Scansione continua dei contenuti web da parte dell’intelligenza artificiale, con prestazioni predittive estremamente elevate di categorizzazione dei domini in duecento categorie che possono essere utilizzate come liste nere.
Protezione preventiva da malware, ransomware, botnet, phishing e attacchi hacker in generale, bloccando la navigazione nei domini pericolosi.
Blocco di VPN, social network, chat, siti di incontri, giochi, intrattenimento e tempo libero, ecc.
Monitoraggio della navigazione in Internet in aziende, scuole, PA, famiglie, ecc. con filtraggio di contenuti espliciti, illeciti e indesiderati in orari a scelta.
Blocco di tutti i domini che passano attraverso un determinato indirizzo IP compromesso.
Protezione del cloud basata sull’intelligenza artificiale, con blocco della risoluzione DNS per i domini che rientrano nelle categorie indesiderate.
Anycast assegna un indirizzo IP a più host, instradando le richieste al server più vicino per ottenere tempi di risposta rapidi e un servizio ininterrotto.
Blocco geografico preventivo di tutto il traffico verso i domini dei server situati in aree ad alto rischio.
Filtraggio di Safe Search basato su cloud dei risultati di ricerca su YouTube, Google, Bing e DuckDuckGo.
Cache locale a latenza zero che ottimizza fortemente le prestazioni della rete.
Sincronizzazione di utenti e gruppi di Active Directory per l’assegnazione immediata di protezioni differenziate.
Gestione centralizzata di più tenant/profili da un unico pannello di controllo
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