Content monitoring & filtering: come funziona e quale soluzione scegliere

Content monitoring & filtering, ovvero monitorare i contenuti digitali e filtrare quelli indesiderati. Come funziona uno strumento di questo tipo e che caratteristiche deve avere? Lo spieghiamo in questo articolo.

1. Cosa sono gli strumenti di content monitoring & filtering

Gli strumenti di content monitoring & filtering monitorano in tempo reale l’attività di uno o più dispositivi digitali – computer, tablet o smartphone – alla ricerca di contenuti dannosi o indesiderati. Appena ne viene intercettato uno, lo strumento lo blocca e lo pone in quarantena.

Anche se possiamo tradurlo in italiano (monitoraggio e filtraggio dei contenuti), content monitoring & filtering rimane il termine universale in cui rientra questo tipo di applicativi. Anzi, sempre più spesso viene sacrificato la parola “monitoring”. Il motivo è semplice: per filtrare un contenuto digitale, generalmente si deve svolgere un’attività di monitoraggio.
Se, infatti, il monitoraggio dei contenuti durante la navigazione e il filtro degli stessi rimangono due attività distinte, l’obiettivo primario del monitoraggio è di filtrare i contenuti dannosi. Ma è altrettanto vero che il monitoraggio dei contenuti che transitano su un dispositivo digitale potrebbe avere un altro scopo.

In azienda, a casa o a scuola, si può avere interesse a controllare l’attività di un dipendente, di un figlio o di uno studente, senza necessariamente bloccarla. In azienda si potrebbe controllare la navigazione per misurare la produttività, a scuola si monitorerebbe l’attività digitale degli studenti per verificarne il livello di attenzione.

Prima di illustrare le diverse tipologie e le funzionalità degli strumenti di content monitoring & filtering, chiariamo che si tratta di soluzioni molto più potenti dei filtri sui contenuti integrati in un servizio o applicazione. Il Parental Control di Sky, il filtro dei contenuti di Netflix o la Modalità con Restrizioni di YouTube bloccano solo i contenuti dannosi della singola piattaforma. Mentre le soluzioni di cui parleremo forniscono una protezione molto più estesa.


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2. Le diverse tipologie delle soluzioni di filtraggio dei contenuti

Uno strumento di monitoraggio e filtro dei contenuti è disponibile in diverse modalità. Può essere un software da installare su ogni singolo device (client-based) o può agire a livello centrale in un rete aziendale attraverso un server dedicato (server-based).

Ancora, può essere un software installato nel gateway aziendale e nel router di casa (gateway-based) o integrato nel firewall aziendale oppure è un servizio cloud-based che si collega direttamente alle risorse del fornitore o dell’Internet Service Provider.

Tra le soluzioni più diffuse nella grande e media azienda troviamo Barracuda Web Security Gateway disponibile on-premise con hardware e software e sottoforma di servizio, Cisco Umbrella, un gateway cloud-based, e FortiGuard, anche lui disponibile in un’unica soluzione hardware e software e sottoforma di servizio cloud.

Qualsiasi sia la tipologia scelta, il tool di content monitoring & filtering monitora e filtra i siti Internet (usando anche tecniche di filtraggio DNS), qualsiasi contenuto provenga dal web e dai servizi di email, tra cui i file eseguibili.

Il controllo può avvenire non appena il contenuto transita per il gateway aziendale e non ha ancora raggiunto il device. Oppure, nel caso di un tool client-based, l’analisi del contenuto avviene direttamente sul device. Queste, per esempio, sono le soluzioni più indicate per smartphone e tablet.

2.1 Come funzionano i tool di content monitoring & filtering

Il criterio di filtraggio prevede la verifica del contenuto (link, testi e immagini) e il confronto con una serie di modelli preimpostati, ovvero un database che può anche essere personalizzato. Se il contenuto soddisfa i criteri del filtro, per esempio un’immagine contiene un’alta percentuale di “color carne”, lo stesso sarà bloccato. Esattamente come succede quando Instagram blocca un profilo per un’immagine sospetta.

Nel caso in azienda si voglia procedere solo al monitoraggio dell’attività di un dipendente, il tool non bloccherà il contenuto ma invierà una segnalazione al responsabile del controllo.

Abbiamo detto che il modello a cui si riferisce il filtro è preimpostato, ma è importante che sia anche personalizzabile. È utile contribuire all’affinamento del modello con la personalizzazione, soprattutto per il filtraggio dei siti. In un’azienda, per esempio, potrebbe avere senso bloccare l’accesso a determinati siti, per esempio quelli di ricerca lavoro o della concorrenza, che il modello standard non può considerare.

Nella scelta della soluzione più adatta, inoltre, meglio accertarsi che il database sia costantemente aggiornato dal fornitore e quale sia la velocità di aggiornamento e il suo livello di accuratezza, per evitare i cosiddetti “falsi positivi”.

Riassumendo, uno strumento di content monitoring & filtering è in grado di filtrare:
» Contenuti in download dal web
» Messaggi email e i loro allegati
» Programmi eseguibili
» Siti Internet (pornografici, social, ecommerce ecc.)
» Stringhe sui motori di ricerca.

Inoltre, gli strumenti di monitoraggio e filtro più moderni utilizzano il machine learning per migliorare i propri modelli, imparando on-the-fly il comportamento degli utenti. L’uso dell’Intelligenza Artificiale è uno dei modi per evitare i “falsi positivi” e, soprattutto, intercettare contenuti e siti che all’algoritmo non risultano pericolosi.

Da sottolineare, ancora, che i filtri si basano su una categorizzazione a priori. La soluzione di FlashStart, per esempio, fornisce liste personalizzabili con oltre 90 categorie aggiornate costantemente.

Usare le categorie significa, per esempio, essere capaci di bloccare tutti i siti considerati appartenenti a una categoria specifica. Quindi il blocco si applica a un gruppo corposo di siti. Per esempio, i siti religiosi o di fake news, i giochi online, lo shopping, il banking e non solo i siti pornografici più frequentati.


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3. Perché utilizzare il monitoraggio e filtraggio

I motivi che spingono a utilizzare un tool di monitoraggio e filtraggio dei contenuti sono diversi. In azienda i casi più comuni comprendono:

» Sicurezza. Il controllo sulle mail previene gli attacchi basati sul social engineering, spesso portatori di malware. Anche il blocco del download di file sospetti agisce nel nome della sicurezza aziendale.
» Compliance. In molti Paesi esiste una normativa che impone di proteggere la navigazione dei minori. Scuole, biblioteche e luoghi pubblici hanno l’obbligo di tutelare la navigazione con strumenti appositi.
» Policy. Ogni azienda ha una policy che tutti i dipendenti devono seguire. Per tutelare la produttività, per esempio, si impedisce l’accesso ai giochi online o ai social network, ma anche ai siti di shopping e a quelli di recruitment.
» Streaming. Fare binge watching di una serie tv in ufficio non dovrebbe essere permesso. Non solo perché in ufficio si dovrebbe lavorare, ma soprattutto perché lo streaming video incide sulle performance di tutta la rete aziendale.

4. Cosa considerare prima dell’acquisto

Quali sono le caratteristiche da considerare prima dell’acquisto di uno strumento di content monitoring & filtering? In prima battuta il prezzo. Non come valore assoluto, ma in rapporto all’uso che se ne vuole fare. Il prezzo dipende dalle funzionalità, dalla qualità e dalla frequenza di aggiornamento del database, oltre che dal numero di utenti che deve servire.

Per un’azienda medio-grande può essere indicata una soluzione da installare nel gateway, oppure una piattaforma di protezione più completa che preveda anche il monitoraggio e il filtraggio dei contenuti. In questo caso, ai costi di installazione dell’eventuale hardware e del software di protezione bisogna aggiungere anche quelli per la sua gestione e manutenzione.

Una soluzione di livello aziendale deve essere anche scalabile. Ovvero deve seguire la crescita dell’azienda cliente in termini di risorse. Per garantire la scalabilità, può essere più conveniente affidarsi a una soluzione cloud-based rispetto a un sistema basato su un appliance hardware.

La flessibilità è un’altra caratteristica da tenere in considerazione. Ogni azienda ha esigenze, dimensioni e policy diverse, per questo le possibilità di personalizzazione sono fondamentali. Tra i parametri su cui agire in maniera flessibile c’è la diversificazione dei profili. Affinché l’azienda cliente possa diversificare i filtri a seconda dell’appartenenza a un certo gruppo di utenti. Il caso classico riguarda i giornalisti. Per la propria attività, un giornalista può dover accedere a siti e contenuti particolari, mentre un impiegato amministrativo della stessa casa editrice non sarebbe giustificato.

Personalizzare significa anche introdurre facilmente nuovi filtri, per esempio in base a nuove policy aziendali. Utile anche avere una temporizzazione dell’attività di filtraggio e verificare la compatibilità del tool con l’infrastruttura It. Facilità d’uso e di configurazione, oltre alla generazione di report densi e chiari, sono le altre caratteristiche di cui tener conto in fase d’acquisto.


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4.1 Cosa scegliere per la casa o una PMI

La rete domestica è sempre più considerata al pari di una rete di una piccola azienda. Il numero di device connessi costantemente al WiFi in casa aumenta di anno in anno e i rischi che si corrono sono simili a quelli di un piccolo ufficio. In questi contesti, come in un istituto scolastico o in una struttura pubblica locale, è consigliabile affidarsi a una soluzione software, o a un servizio cloud, economicamente sostenibile e facile da gestire.

La soluzione cloud-based di content monitoring & filtering di FlashStart si distingue per la frequenza di aggiornamento del database, non influisce sulla velocità di caricamento di siti e servizi, e sfrutta il machine learning per prevenire i comportamenti degli utenti, oltre a garantire un costo concorrenziale.

Particolarmente apprezzata anche la possibilità di creare delle policy di protezione web differenziate per diverse tipologie di utenti. Per esempio, in un’azienda potremo filtrare la navigazione in Internet in modo diverso per impiegati e dirigenti ed in una Scuola, per studenti e insegnanti. Con Flashstart, inoltre, si possono mantenere le stesse politiche di filtraggio anche per i dispositivi mobili in roaming per il lavoro, o la didattica, a distanza, per gli smartphone e i tablet.


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Categoria: Cloud
Tempo di lettura 3 min
Valerio MarianiB2B IT Journalist & Digital content
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