Filtrare il traffico Internet: la scelta essenziale per una navigazione sicura

Proteggere la rete filtrando il traffico Internet con FlashStart

Filtrare il traffico Internet è una scelta essenziale ed efficace per garantire una navigazione sicura agli utenti della nostra rete. In questo articolo partiamo dalla storia dell’hacker Kevin Mitnick per analizzare l’importanza di strumenti adeguati alla protezione della rete, come il filtro Internet di FlashStart.

1. Kevin Mitnick: un hacker che ha fatto la storia

Il 16 luglio 2023 è mancato Kevin David Mitnick, detto Condor, uno dei primi hacker informatici e certamente tra i più famosi al mondo. Californiano, Mitnick nasce nel 1963 e cresce nei dintorni di Los Angeles dove passa molto del suo tempo in solitudine a vagare da un posto all’altro in autobus. Ed è proprio sull’autobus che Mitnick inizia ad osservare le persone e a coltivare l’arte dell’inganno, che diventerà parte integrante di tutta la sua vita.

La prima impresa da “hacker” di Mitnick non è estremamente tecnologica (a 12 anni si appropria di una sfilza di biglietti dell’autobus e di un’obliteratrice facendosi spiegare dal conducente del bus come funziona il sistema) ma ha a che vedere con quella “ingegneria sociale” che contraddistinguerà tutto il suo percorso: Mitnick non è infatti solo molto abile tecnicamente, ma impara ad ingannare le persone e a sfruttare la loro voglia di comunicare fino a farsi rivelare informazioni di natura privata o riservata.

È ancora un adolescente quando, negli anni Ottanta, cominciano a diffondersi i primi personal computer, dei quali Mitnick coglie la potenzialità come mezzo per accedere ai sistemi informatici delle aziende. La sua prima vittima è un’azienda informatica di cui, nel 1979, riesce a clonare il software dopo essersi intrufolato nel sistema IT. Continua per una decina d’anni ad accedere ai sistemi di varie imprese finché, nel 1988, è condannato ad un anno di carcere e poi agli arresti domiciliari.

È durante i domiciliari che riprende l’attività di hacker, questa volta infrangendo i sistemi di aziende conosciute e del calibro di Motorola, Nokia, Apple, ecc. al punto di attirare su di sé l’attenzione dell’FBI che lo aggiunge alla lista dei “most wanted cybercriminals”, i cybercriminali più ricercati. Comincia così la sua vita da fuggitivo: Mitnick si trasferisce a Denver, assume una nuova identità e comincia a lavorare come esperto di sicurezza informatica per uno studio legale.

Non rinuncia, tuttavia, alla sua attività preferita: l’hackeraggio, che porta avanti con costanza fino al 1994, quando il giorno di Natale commette l’errore di infiltrarsi nel pc di un esperto di sicurezza il quale si mette al lavoro per rintracciarlo. È il 16 febbraio 1995 quando, alle 2 del mattino, l’FBI arresta Mitnick.

1.1 Un hacker inusuale

In un articolo comparso dopo la morte dell’hacker, il New York Times riporta che Mitnick aveva ottenuto illegalmente l’accesso “ai numeri di circa 20.000 carte di credito, incluse alcune appartenenti ai magnati della Silicon Valley”. Tuttavia, non ci sono prove che egli abbia mai utilizzato queste informazioni per ottenerne un guadagno economico.

Quali erano dunque le ragioni che spingevano Mitnick a continuare ad agire nonostante il pericolo? Intervistato, Mitnick ha affermato che il suo è “un caso di curiosità” e che “Chiunque ami giocare a scacchi sa che è sufficiente sconfiggere l’avversario. Non è necessario razziare il suo regno per rendere [la partita] meritevole” (BBC). La sua voglia è dunque stata quella di dimostrare che lui era più bravo degli esperti incaricati di sicurezza informatica.

Uscito di nuovo dal carcere, Mitnick ha cambiato vita diventando un “white hathacker, un hacker dal cappello bianco, di quelli che passano dalla parte del bene: ha lavorato come consulente informatico ed ha fondato la Mitnick Security.


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2. La realtà odierna: phishing e ransomware nella quotidianità di Internet

2.1 Mitnick: la mosca bianca

La storia di Mitnick è interessante per un duplice motivo:

» da un lato ci fa capire quanto sia facile convincerci a fornire spontaneamente informazioni di natura personale e riservata a perfetti sconosciuti, sia che ciò accada verbalmente in uno scambio comunicativo sia, come sempre più spesso è il caso, che accada tramite tentativi di phishing o attacchi mirati che ci invitano a cliccare su link malevoli;

» dall’altro ci invita a riflettere sul fatto che un hacker inusuale come Mitnick, che agisce spinto dalla curiosità di capire fino a dove riesce ad arrivare grazie alla sua maestria, è una mosca bianca, sempre più raro nel panorama del ransomware e del cybercrime come attività remunerativa volta a produrre un guadagno.

2.2 Il cybercrimine nella quotidianità

Purtroppo infatti il cybercrimine è entrato nella nostra quotidianità e, con l’aumento dell’utilizzo della rete registrato negli ultimi anni, si è assistito ad una vera e propria esplosione degli attacchi hacker. Il rapporto CLUSIT aggiornato con i dati a giugno 2022 mostra un aumento importante degli incidenti di sicurezza considerati “significativi” a livello globale: nel primo semestre 2022 sono stati infatti registrati 1.141 attacchi significativi, l’8,4% in più rispetto al primo semestre 2021.

Il rapporto sottolinea come l’aumento abbia interessato soprattutto i tipi di attacco legati al perdurare della guerra e di una situazione internazionale molto instabile, in particolare attacchi di spionaggio, sabotaggio e “information warfare”, che potremmo tradurre come “guerra informatica”.

Ma non sono questi gli unici tipi di attacco ad essere in crescita: le tecniche di phishing e dell’ingegneria sociale discussa sopra registrano infatti un aumento del 3% rispetto al 2021 e rappresentano il 13% del totale degli attacchi considerati. Inoltre, il rapporto sottolinea come gli attacchi siano meno mirati rispetto allo scorso anno e come siano in aumento i fattori “multipli”: obiettivi multipli, tecniche multiple, luoghi multipli.

Di fronte a questa situazione diventa essenziale proteggere le proprie reti e filtrare il traffico Internet per garantire la sicurezza e la continuità della propria azienda o organizzazione.

3. FlashStart: filtrare il traffico Internet non è mai stato così facile

FlashStart è un applicativo che permette filtrare tutto il traffico Internet in transito in un dato dispositivo adattandosi alle esigenze di piccole, medie e grandi aziende, delle reti delle amministrazioni pubbliche e del settore educativo e delle reti domestiche per offrire una protezione individualizzata a tutti i tipi di utenti.

3.1 Con FlashStart puoi filtrare il traffico Internet direttamente dal cloud

Il filtro Internet FlashStart è basato totalmente sul cloud: grazie ad algoritmi di Intelligenza Artificiale FlashStart scannerizza costantemente l’Internet alla ricerca di nuove minacce e poi, sfruttando meccanismi di machine learning che tendono a riprodurre il meccanismi del pensiero della mente umana, ne categorizza il DNS in base al contenuto e aggiorna in modo subitaneo il proprio cloud.

Quando un utente digita il nome del sito che vuole raggiungere, FlashStart verifica in tempo reale e con una latenza che tende a zero se questo è incluso nelle liste del cloud, permettendo o bloccando l’accesso alla pagina desiderata. Il tutto avviene senza ritardi per l’utente, che nota il procedimento in corso solo quando questo dà esito negativo mostrando un messaggio di allarme.

In questo modo, gli utenti godono sempre di una protezione aggiornata, senza bisogno di scaricare aggiornamenti pesanti o procedere a lunghi riavvii del sistema.


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3.2 FlashStart è la protezione flessibile che soddisfa tutti i tipi di esigenza

La sicurezza Internet non è la sola ad essere al centro del processo di pianificazione di FlashStart: anche le esigenze del cliente giocano un ruolo pivotale e FlashStart si è sviluppato negli anni come uno strumento flessibile, facile da gestire e che può essere declinato in dettaglio a seconda dei desideri degli utenti.

3.2.1 FlashStart protegge la navigazione in loco e da remoto

Per garantire la protezione di tutti gli utenti, ovunque essi si trovino, FlashStart permette l’installazione del filtro Internet a due diversi livelli:

» Puoi installare FlashStart a livello di router per proteggere tutti gli utenti connessi alla rete aziendale o domestica;
» Oppure puoi installarlo a livello del singolo dispositivo usato per l’accesso ad Internet tramite l’applicazione ClientShield. Questa opzione è diventata particolarmente utile negli ultimi anni e continua ad esserlo visto che, come abbiamo discusso in questo articolo, il lavoro da remoto è qui per restare.

3.2.2 FlashStart filtra tutti i tipi di contenuto

FlashStart non filtra solo i contenuti malevoli come malware, ransomware e tentativi di phishing. Oltre a questi, che il sistema blocca a prescindere e in modo continuativo, FlashStart dà l’opzione all’amministratore di rete di scegliere se filtrare altri tipi di contenuti, tipo quelli considerati inadatti per l’ambiente lavorativo o scolastico (pornografia, violenza, gioco d’azzardo) e/o quelli che creano distrazione (social network, piattaforme per lo streaming di contenuti audio e video, siti di shopping online, ecc.).

Inoltre, l’amministratore può anche scegliere di applicare i filtri aggiuntivi solo in specifici intervalli di tempo, ad esempio durante l’orario lavorativo, lasciando libero l’accesso a questi contenuti durante le pause e fuori dall’orario lavorativo.


Su qualunque Router e Firewall puoi attivare la protezione FlashStart® Cloud per mettere in sicurezza i device desktop e mobile e i dispositivi IoT sulle reti locali.

Tempo di lettura 3 min
Elena DeolaEnglish Interpreter and Blogger
In qualità di interprete e blogger inglese, mi dedico alla condivisione di approfondimenti attraverso il mio blog. Con la passione per la comunicazione, mi impegno a rendere accessibili ai lettori concetti complessi, favorendo la comprensione e la connessione in un mondo sempre più globalizzato.

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